Partito

Salpate l’ancora! Si riparte! Anche se in realtà basta pronunciare queste parole ad alta voce per essere partito. Sono già partito. Mancano sei mesi, ma non importa. Sono già là, là dove? Non so, non so ancora. Lontano.
A sfoggiare i mio spagnolo in Guatemala o a preoccuparmi di passare inosservato in Pakistan. Come scegliere dove andare, con quali strumenti, con quale criterio?
Guardo i voli su Skyscanner…  Inizia il viaggio. Prezzi, date scali, città. Sono già li, eccitato come non mai a impacchettare lo zaino con il domo-pack prima di imbarcarlo. Con la mia compagna di viaggio/vita che mi aiuta, un giro, due giri, il domo-pack è molto sottile quindi se si vuole avere qualche risultato bisogna approcciarsi a quest’operazione in maniera scientifica e, senza falsa modestia, noi abbiamo sviluppato una certa tecnica e manualità. Il giorno dopo abbiamo un aereo presto e un volo lungo, molto lungo. Chissà, ci ritroveremo su sedili comodi, miriadi di film in tutte le lingue e cibo decente ogni 15 minuti oppure opteremo per una qualche compagnia sconosciuta con scali di 18 ore?
Qualche volta mi capita di pensare che in effetti il viaggio inizi ben prima del momento in cui si lascia casa, per me un viaggio inizia nel momento in cui si realizza che si partirà. Non importa quando, lì, in quel momento si è partiti. Sarà un viaggio di quelli che cambiano la vita o solo una gran bella esperienza?
E sono eccitato, tremo, il cuore batte forte e sogno e mi immagino e mi rendo conto che ancora non so cosa immaginarmi: aridi deserti messicani, alla ricerca di Puerto Escondido in onore a Salvatores o umido caos in qualche megalopoli indiana.
E poi ce la Polinesia, il mio viaggio della vita, che forse però non sono ancora pronto a fare, la voglio sognare ancora per un po’, per qualche anno, sicuro che manterrà sempre la sua bellezza senza tempo, quindi la escludo, fuori.
Non so cosa sognarmi, non so come vedermi.
Non so come scegliere: Centro/Sud America o  India e Sud Est Asiatico? Sarà uno di quei viaggi in cui si ha più tempo che soldi, e visto che di soldi ce ne saranno davvero pochi bisognerà sfruttare al massimo il tempo che, tra l’altro, è forse la componente più importante. Ma ne avremo abbastanza? Di tempo?
E i visti! Passo mezz’ora a controllare un po’ di visti necessari, fondamentalmente nessun problema per i paesi spagnoli… Un gran casino invece quando si parla di Pakistan, Bangladesh, Myanmar e vicini; qui entrano in gioco consolati, ambasciate, tempo, soldi, il tutto complicato dal fatto che si vorrebbe improvvisare: entrare in un paese non sapendo bene dove starai e soprattutto quando te ne andrai è estremamente più complesso di una classica vacanza. Ovunque.
E poi arrivano i pregiudizi, che io ho sempre ritenuto, e ritengo, sano e naturale avere. L’uomo vive grazie ai pregiudizi. Sta però all’uomo intelligente essere pronto a capovolgere le proprie idee in qualsiasi momento. Detto ciò è ovvio che questi influenzino le scelte, sempre e comunque. E dunque mi trovo a pensare al Pakistan come un paese musulmano, abbastanza estremista in cui il diverso non è ben visto, in cui i  costumi sono davvero molto distanti da quelli occidentali e forse ancora chiuso, voglio dire, non si sta parlando di Thailandia! E allo stesso modo parlando di Messico mi salta alla mente un tizio con la bandana e un mitra in mano che non si fa problemi a puntarmelo contro per prendersi i 100 euro nel portafoglio. Consapevole del fatto che per lo stesso principio io dovrei essere un mafioso che mangia la pizza e suonando il mandolino, sono ben felice di avere la possibilità di andare a vedere quanto di vero c’è nei miei pregiudizi.
Però ancora una volta non sono arrivato al punto, io devo decidere, e devo farlo in tempi utili. Cerco qualche informazione a caso sui paesi in cui potrei trovarmi, già da tempo so che il sito: “Viaggiare sicuri” della Farnesina è abbastanza rigido, troppo rigido, bacchettone, ma provo comunque a dargli una possibilità:
Scrivo Pakistan, Myanmar, Sri Lanka e poi provo con Messico, Guatemala, Nicaragua e… No, se dessi retta a quel che c’è scritto nella sezione “sicurezza” potrei spingermi al massimo in Svizzera (con tutto il rispetto per la Svizzera e il Leerdammer!)
Quindi? Penso al costo della vita come altra variabile, ma ancora una volta, nulla di decisivo: è abbastanza simile. Provo con Workaway, ottimo modo per minimizzare le spese e scoprire qualcosa di non banale. Che dire, offerte che sembrano fantastiche si trovano sia da una parte che dall’altra, l’ostello con scuola di yoga nella giungla guatemalteca, la fattoria bio in Costarica, il cinema con i materassi in Vietnam e chi più ne ha più ne metta. Vero è che nessuno si sogna di chiederti conoscenza base di indiano o bengali mentre in molti annunci in Centramerica è richiesto un livello base di spagnolo, e non so se il mio mese di vacanza in Spagna mi abbia fornito un livello sufficiente!

Quindi non mi so decidere, non so come decidere, ma poco importa: penso al flusso continuo di pensieri degli ultimi 20 minuti e realizzo che il viaggio è già iniziato, sono già su quell’ aereo che decolla, con le mani sulle ginocchia, la schiena dritta e lo sguardo perso negli occhioni così fottutamente verdi-azzuri alla mia destra. Sono già lì e ancora non so dove atterrerà. E la cosa mi piace.

Comunque vada, sarà un gran successo.

 

 

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…E questo è il camper con cui viaggeremo. Scherzo, questo era di due svizzeri miliardari.

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